Wang Yi: contrasteremo
ogni forma di egemonia,
rafforzare i legami Cina-Ue
Wang Yi ha promesso che lavorerà per correggere la rotta delle relazioni Cina-Stati Uniti e, nello stesso tempo, per contrastare «tutte le forme di egemonia». «Attueremo gli accordi raggiunti dalle leadership di Cina e Stati Uniti e cercheremo di fissare principi guida nelle relazioni sino-americane e correggeremo la rotta nei rapporti bilaterali», ha scritto Wang Yi in un articolo pubblicato a capodanno su Qiushi, il giornale di teoria politica del Partito comunista cinese (Pcc).
L’ex ministro degli esteri Wang Yi – che il XX congresso ha promosso nell’ufficio politico, al numero nove della nomenklatura del Pcc – è stato appena nominato direttore dell’ufficio generale della Commissione centrale per gli affari esteri, l’organismo del partito (presieduto da Xi Jinping) che guida la diplomazia della Repubblica popolare cinese. Con l’assunzione del nuovo incarico, Wang Yi diventa più influente consigliere diplomatico di Xi. A capo del ministero degli esteri gli è succeduto Qin Gang, ex ambasciatore a Washington, e uomo molto vicino al segretario generale Xi.
Nell’articolo sul giornale che ai tempi di Mao si chiamava “Bandiera rossa” (hóng qí), che ha ufficializzato il suo esordio nel nuovo incarico, Wang ha ribadito l’impegno a combattere nel 2023 anno contro «tutte le forme di egemonia», a respingere qualsiasi tentativo da parte da parte di «forze esterne» di interferire negli affari interni e a difendere la sovranità e la sicurezza della Cina. Il Pcc continuerà dunque a guidare la battaglia per un mondo “multipolare”, a rivendicare la sua interpretazione fondamentalista dei principi di “sovranità” e “non interferenza” per tenere il paese al riparo dalle “rivoluzioni colorate” e dalla penetrazione della democrazia liberale.
Wang Yi ha chiarito inoltre due importanti direttrici della politica estera di Pechino. Da un lato la Repubblica popolare cinese proverà a rafforzare i legami con l’Unione europea, guastati, tra l’altro, dalle sanzioni varate da Bruxelles nella primavera 2021 e dalla rappresaglia di Pechino sulla questione dei campi di rieducazione politica per musulmani nella regione del Xinjiang che hanno causato il blocco del varo del Comprehensive agreement on investment (Cai). Questa e altre dispute tra Pechino e Bruxelles sono state causate anche dall’appiattimento della politica europea sulla Cina sulle posizioni statunitensi. Su questo fronte la Cina farà leva sulla disponibilità al dialogo manifestata ultimamente dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e sulla “autonomia strategica” promossa dal presidente francese, Emmanuel Macron, che Xi Jinping incontrerà presto a Pechino.
Inoltre Wang Yi si è impegnato ad approfondire i legami con la Russia, in linea con la “partnership strategica onnicomprensiva” sottoscritta da Xi Jinping e Vladimir Putin il 4 febbraio 2022 a Pechino. In pratica, fin quando andrà avanti la guerra in Ucraina, Pechino proverà a mantenere la sua “neutralità filo-russa”, tenendosi lontana dal conflitto (anche rivendicando un’azione diplomatica dietro le quinte per favorire il dialogo) ma, nello stesso tempo, difendendo la partnership “senza limiti” siglata da Xi e Putin.
A Pechino è atteso a breve anche Antony Blinken. In vista degli incontri che il segretario di stato Usa avrà con la leadership cinese, il mese scorso la Cina ha ospitato delegazione statunitense guidata da Daniel Kritenbrink, sottosegretario di stato per gli affari dell’Asia orientale, e Laura Rosenberger, direttore per Cina e Taiwan presso il Consiglio di sicurezza nazionale. Entrambi avevano preso parte ai colloqui di Bali tra Xi e il presidente Usa, Joe Biden, del 14 novembre scorso. La parte cinese, guidata nel colloquio con i rappresentanti statunitensi dal viceministro degli esteri, Xie Feng, ha dichiarato di vole «gestire adeguatamente» le divergenze con Washington su Taiwan.
Michelangelo Cocco è autore di “Xi, Xi, Xi – Il XX Congresso del Partito comunista e la Cina nel mondo post-pandemia (Carocci editore, 2022) e “Una Cina ‘perfetta’ – La Nuova era del PCC tra ideologia e controllo sociale (Carocci editore, 2020)