Il conto per pulire la Cina:
mille miliardi per lo smog
Secondo uno studio pubblicato a Pechino l’8 giugno scorso, il conto per ridurre l’inquinamento atmosferico e le emissioni di diossido di carbonio nelle città cinesi potrebbe ammontare – nei prossimi cinque anni – a 6.600 miliardi di yuan, 1.000 miliardi di dollari sotto forma di finanziamenti verdi.
Il documento rappresenta un tentativo di stimare i costi dell’efficientamento energetico degli edifici, dei sistemi di trasporto pubblico, dell’infrastruttura per le auto elettriche, e dell’energia pulita (inclusa quella solare ed eolica) ed è stato pubblicato durante il vertice Cina-Stati Uniti sulle città a bassa intensità di CO2, nell’ambito di un’iniziativa bilaterale annunciata l’anno scorso da sindaci e municipalità al fine di centrare gli obiettivi di riduzione del diossido di carbonio, al quale hanno partecipato oltre 20 aree urbane cinesi.
La ricerca si concentra su come i prestiti e le obbligazioni verdi, le sovvenzioni all’industria, la carbon finance e le politiche governative possono favorire investimenti privati in quelle infrastrutture essenziali affinché le città, dopo aver raggiunto il picco, riducano il loro impatto sulle emissioni di CO2.
Rendere verdi le aree urbane cinesi è necessario per centrare gli obiettivi nazionali sulla riduzione dell’inquinamento e delle emissioni di diossido di carbonio, incluso l’impegno a raggiungere il picco di emissioni di gas serra entro il 2030 o prima.
Si prevede che, entro il 2030, circa 1 miliardo (più o meno i 2/3 della popolazione) di cinesi vivrà in città. Si stima che, tra il 2008 e il 2025, circa 250 milioni di persone si saranno spostate dalle zone rurali a quelle urbane, uno dei più grandi esodi della storia dell’umanità.
Lo studio sui costi del taglio della riduzione dell’inquinamento e delle emissioni da diossido di carbonio è stato condotto congiuntamente da Bloomberg Philanthropies, China’s Green Finance Committee, Paulson Institute, Energy Foundation China e la Chinese Renewable Energy Industries Association to ‘Promote Green Finance for Low-Carbon Cities in China’.
Ma Jun, capo economista dell’Ufficio ricerche della People’s Bank of China, ha dichiarato che non sarà possibile avere uno sviluppo verde in Cina senza il sostegno dei mercati finanziari. “Rendere verdi gli edifici, i sistemi di trasporto pubblico e l’energia sarà cruciale, perché questi settori costituiscono le principali fonti di emissioni nelle aree urbane”, ha scritto Ma – che presiede la Green Finance Committee, China Society for Banking and Finance – in una dichiarazione che ha accompagnato la pubblicazione del documento.
Il rapporto aggiunge che durante il periodo del 13° Piano quinquennale (2016-2020), la Cina dovrà investire 1.650 miliardi di yuan per favorire la costruzione di edifici ecologici e un massiccio ammodernamento degli appartamenti e degli edifici commerciali edificati negli anni scorsi. Nel frattempo, il trasporto a bassa intensità di emissioni, inclusi 3.000 chilometri di nuove linee ferroviarie e 4,8 milioni di auto elettriche, avrà bisogno di finanziamenti pari a 4.450 miliardi di yuan. Mentre l’installazione di 64 gigawatt di energia solare necessiterà di investimenti per 500 miliardi di yuan.
La China’s Alliance of Peaking Pioneer Cities (APPC) è cresciuta nell’ultimo anno fino a includere 21 città e due province e ha annunciato che raggiungerà il picco di emissioni prima di quello fissato a livello nazionale. Le città che fanno parte di questa Alleanza coprono il 17% della popolazione cinese, il 28% del prodotto nazionale lordo (Pil) e il 16% delle emissioni GHG del Paese.
Una copertura dettagliata di chinadialogue sulla APPC può essere consultata qui
Gli sforzi per la riduzione dello smog – che è causato principalmente dai combustibili fossili impiegati dalle centrali elettriche, dalle industrie e dai veicoli a motore – contribuirebbero a ridurre anche le emissioni di gas serra prodotti da queste stesse fonti e aiuterebbero la Cina a raggiungere i suoi obiettivi.
La finanza verde nell’agenda del G20 di Hangzhou
“La leadership esercitata dalla Cina ha reso possibile il raggiungimento dell’Accordo sul clima di Parigi. Ora la Cina è alla ricerca di soluzioni creative per finanziare le infrastrutture a bassa intensità di carbonio di cui ha bisogno per raggiungere i suoi obiettivi sul clima”, ha dichiarato Michael Bloomberg, inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per le città e i cambiamenti climatici, nonché sponsor del rapporto.
Questa settimana, una ricerca di Bank of America Merril Lynch ha rilevato che compagnie e istituzioni finanziarie in Cina sono pronte a emettere circa 46 miliardi di dollari (301 miliardi di yuan) di obbligazioni verdi quest’anno, “che possono rivelarsi vitali per raggiungere i 2.000-4.000 miliardi di yuan di investimenti verdi di cui il paese ha bisogno ogni anno”.
La pubblicazione dei rapporti sponsorizzati da Bloomberg e il vertice sulle città di questa settimana a Pechino arrivano mentre la Cina si sta preparando a ospitare il vertice del G20 ad Hangzhou a settembre.
Tra gli altri problemi in agenda, il G20 discuterà di come trovare le migliaia di miliardi di dollari di finanziamento richiesti per una vera e propria svolta in direzione delle energie pulite, e come affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici, specialmente nei paesi emergenti.
Ridurre subito la dipendenza dalle automobili
Un elemento chiave sarà quello di evitare infrastrutture ad alta intensità di emissioni di CO2 e pianificazioni urbane come quelle che hanno reso così difficile, ad esempio, per città statunitensi come Los Angeles e Houston, riprogettare retrospettivamente la loro struttura per ridurre la dipendenza dalle automobili.
Le maggiori città della Cina stanno provando a ridurre l’impatto del grande aumento dell’utilizzo delle macchine negli ultimi decenni espandendo i sistemi di trasporto pubblico e scoraggiando i residenti a utilizzare le auto attraverso imposte e lotterie per l’assegnazione delle targhe.
Inoltre, molte città cinesi hanno una gran quantità di edifici giudicati energivori.
Il consigliere di Stato cinese Yang Jiechi ha dichiarato durante il summit tra le città Cina-Usa che i politici devono essere ambiziosi nel rendere le città a bassa intensità di carbonio e trasmettere questa mentalità ai residenti. “Quando costruiamo le nostre città, dobbiamo assicurarci che i nuovi abitanti abbiano il nostro stesso obiettivo di trasformarle in posti più puliti”, ha dichiarato in un comunicato congiunto con il segretario di Stato John Kerry.