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Dati personali, in Cina
con il codice civile
primi piccoli passi
per la tutela della privacy

Il nuovo codice civile cinese all’esame della sessione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo in corso a Pechino contiene norme per la tutela dei dati personali e della privacy.

 

Secondo la bozza sottoposta al parlamento, ogni individuo ha diritto alla privacy e alla protezione delle proprie informazioni personali. In un paese nel quale, tradizionalmente, ai diritti dell’individuo vengono anteposti quelli della società-nazione, si tratta di una novità di non poco conto.

Alle compagnie che raccolgono dati personali verrà imposto di proteggere queste informazioni che non potranno essere ottenute, pubblicate o scambiate senza il consenso della persona a cui si riferiscono. Indicazioni simili a quelle in vigore nell’Unione Europea dunque, che dovranno essere dettagliate in appositi regolamenti attuativi.

 

Baidu propone a Pechino un’alleanza per la gestione   

dei dati personali durante le emergenze

 

Le norme per la tutela dei dati personali arrivano dopo che negli ultimi anni in Cina si sono levate proteste contro l’utilizzo indiscriminato da parte delle aziende, che li hanno raccolti e impiegati senza alcuna restrizione sia per profilare i clienti, sia per alimentare algoritmi di intelligenza artificiale.

 

Un caso che ha destato particolare scalpore è quello di Hangzhou, dove negli ultimi giorni l’amministrazione cittadina ha proposto di rendere permanente la raccolta e l’utilizzo di informazioni sulla salute dei cittadini sperimentata durante l’epidemia di coronavirus attraverso una app che non solo ne certifica lo stato di salute, ma attribuisce un punteggio (da 1 a 100) utilizzando una serie di parametri che fanno riferimento, tra l’altro, agli stili di vita e alle abitudini alimentari degli abitanti.

 

Robin Li, l’amministratore delegato del colosso del web Baidu, durante la riunione del parlamento ha proposto di istituire delle regole precise per la gestione dei big data.