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Baidu propone a Pechino
un’alleanza per la gestione
dei dati personali
durante le emergenze

Baidu ha proposto al governo cinese di lavorare assieme alla gestione dell’immensa mole di dati personali raccolti dalle autorità durante l’emergenza coronavirus. La richiesta è stata avanzata da Robin Li alla vigilia della sessione plenaria annuale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (Cpcpc) della quale l’amministratore delegato di Baidu è uno dei 2.100 delegati.

 

Secondo il miliardario fondatore della società nata nel 2000 come motore di ricerca, il governo dovrebbe istituire dei meccanismi standardizzati di raccolta, conservazione e utilizzo dei dati personali in “circostanze eccezionali”, a tutela della privacy, per limitare le possibilità di un loro utilizzo improprio.

Durante l’emergenza coronavirus, la raccolta di dati personali in Cina è stata enormemente ampliata, ad esempio rendendo obbligatoria la registrazione di nome e cognome degli acquirenti di medicinali da banco o con l’introduzione del riconoscimento facciale sui mezzi di trasporto pubblico.

 

I big data hanno un valore finanziario in sé e, soprattutto, sono indispensabili alle compagnie high-tech per nutrire i loro algoritmi di deep-learning utilizzati per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale applicata ai dispositivi elettronici e ai software più avanzati.

 

Il 12 marzo scorso, Baidu ha lanciato Baidu Health, una controllata attiva nel settore sanitario, in particolare nei software sanitari, nella cosmesi, nelle attrezzature mediche e nei materiali per sanificazione.

 

Subito dopo la fine dell’epidemia a Wuhan, Baidu aveva lanciato una sua piattaforma online che permetteva la consultazione gratuita di medici online, relativamente alle patologie legate al “Covid-19”.